Da più parti riceviamo richieste di preventivare quelli che possono essere i costi di giudizio qualora si decidesse di provare a far valere l’ingiustizia della diminuzione degli interessi dinanzi al giudice di primo grado. Introduciamo il discorso partendo da alcune, necessarie premesse.
A. I costi che il risparmiatore deve affrontare per iniziare la causa, comprendono sia le SPESE DI GIUSTIZIA che si pagano allo Stato, sia le SPESE e gli ONORARI della difesa legale.
Le spese relative alla procedura sono costituite (per tutte le cause) da un CONTRIBUTO UNIFICATO per l’iscrizione della causa a ruolo (e che si paga per ogni grado di giudizio), da un’ulteriore MARCA FORFETTARIA di 27,oo euro e da altre, eventuali, voci di spesa quali quelle per le consulenze tecniche, per i diritti di copia degli atti ecc.
Mentre la marca di 27 euro è uguale per tutte le cause, il contributo unificato varia a seconda della natura e del valore della causa oscillando da un minimo di 43,oo euro ad un massimo di 3.372,oo euro (per il giudizio in Cassazione). Il valore della causa è quello indicato nelle conclusioni dell’atto introduttivo (es: se io chiedo la restituzione di 30.000 euro, è su questo importo che bisogna calcolare il contributo unificato).
B. Sia le spese di giustizia che quelle per l’Avvocato difensore sono previste dalla legge. Le prime sono regolate dal Testo Unico in materia di spese di giustizia; mentre le spese e gli onorari dell’Avvocato sono liquidate in base ai parametri forensi approvati con D.M. 55/2014, pubblicato sulla G.U. n. 77 del 2.04.14.
Con riferimento ai compensi dell’Avvocato, a norma del suddetto decreto ministeriale, per la liquidazione si tiene conto delle caratteristiche della causa, della difficoltà, del valore dell’affare, del pregio dell’attività prestata (ovviamente si presuppone che la qualità del lavoro dell’avvocato specializzato in quella data materia sia più puntuale rispetto a quella di un avvocato che non lo è, ed in quanto tale che debba avere un costo più alto) ecc. Inoltre, ai sensi dello stesso decreto, il compenso viene liquidato per fasi (un tot per lo studio della controversia; un tot per la fase introduttiva del giudizio; un tot per la fase istruttoria; un altro tot per la fase decisionale ecc.). Infine, a norma dell’art. 1, comma prima, del suddetto decreto il Giudice tiene conto dei valori medi di cui alle tabelle allegate che possono essere aumentati fino all’80% o diminuiti fino al 50%.
C. L’Avvocato, quando dispensa “consigli” via mail o al telefono, quando assume le vostre difese accettando di rappresentarvi in causa, non lo fa per mero HOBBY, ma lo fa, solo ed esclusivamente, per LAVORO. E “per lavoro” significa che si obbliga a svolgere una data prestazione, assumendosene i rischi e le responsabilità che attualmente ne derivano, dietro una (equa) controprestazione in denaro.
Oggi è diventato di moda ritenere che gli Avvocati siano degli squali, che “sguazzino” nei problemi dei loro assistiti, ecc. ecc. Ma nessuno pare voglia accorgersi che noi avvocati con i vostri problemi non c’entriamo nulla. Prendiamo il caso di cui stiamo parlando in questi post, non siamo stati noi a concertare la diminuzione degli interessi, ma è stato lo Stato a decretarlo. Piuttosto, noi siamo le uniche figure professionali che possono prestarvi aiuto; che hanno giurato di esercitare la professione consapevoli della sua funzione sociale ed impegnandosi a svolgerla con lealtà, onore e diligenza, a tutela dell’assistito dei fini della giustizia e degli interessi superiori della Nazione.
Ma, per risolvere i problemi, cari Signori, non basta che questi siano ingiusti e che voi non abbiate colpa. E’ richiesto molto di più.
In particolare, l’Avvocato dovrà trascorrere ore di studio, intanto, per capire in che trappola siete finiti; trascorrere ore ed ore di lavoro per approntare la miglior strategia difensiva scrivendo gli atti del giudizio (in queste cause ne occorrono almeno 5!); trascorrere ore ed ore del proprio tempo nel tentativo, a volte estenuante, di depositare telematicamente gli atti che, in precedenza, sono stati scansionati per ore; trascorrere ore ed ore per leggere gli atti e i documenti redatti e depositati della controparte: per capire cosa c’è scritto, dove vogliono andare a parare gli avvocati di Poste e come lo si può impedire; andare in udienza (almeno 3 in queste cause) senza sapere quanto esse durino e a che ora sarà possibile rientrare in studio per incominciare a lavorare.
E’ ormai risaputo che il mestiere dell’avvocato è quello che più di altri mette a dura prova il sistema nervoso. La maggior parte di noi soffre di ulcera per l’enorme stress che questa professione comporta: abbiamo decine di scadenze alla settimana che ci costringono, spesso, a lavorare anche al sabato ed alla domenica; dobbiamo obbligatoriamente aggiornarci frequentando, mensilmente, corsi di formazione obbligatoria; dobbiamo rincorrere i clienti per farci pagare e via discorrendo…
Ora, siamo disposti a capire che non tutte le persone sono uguali e che non tutti gli avvocati sono onesti. Non vogliamo, affatto, negare che tra noi avvocati c’è chi non è abbastanza preparato, chi non si fa scrupoli, chi non si aggiorna, chi non lavora con la massima trasparenza ecc. E però pretendiamo pure che il Cliente capisca che, proprio come il resto delle persone, anche gli Avvocati non sono tutti uguali…e che l’unico modo per difendersi dalle persone poco serie è quello di imparare a riconoscerli per non sceglierli.
Per concludere, da noi si deve pretendere che rimaniamo a disposizione del Cliente non solo quando si reca in studio per pagare gli acconti di parcella; che documentiamo l’effettivo studio che dedichiamo alla pratica, che arriviamo preparati alle udienze pronti a “intercettare” le eccezioni che l’avvocato della controparte, a sorpresa, è pronto a sollevare ecc. ecc.
Al contempo però, il Cliente non può proprio pensare che se si rivolge a noi per riscuotere in sicurezza, per esempio, 7.000 euro e ci dà mandato per provare ad ottenerne altri 7.000 se la possa cavare anticipando solo i circa 300 euro di spese di giustizia, pretendendo che siamo noi a metterci il resto e proponendo di pagare solo a fine causa o (udite, udite!), solo se la vinciamo.
E men che meno si può pensare di fare questo ragionamento se della nostra specifica competenza se ne vuole avvalere il signore, per esempio, di Cassano, per difendere il quale dovremmo pure metterci in macchina (accollandoci il rischio di fare incidenti e di doverci pagare i danni), spendere i soldi di benzina ed andare (gratis) al Tribunale di Castrovillari per trascorrere almeno 3 ore del nostro tempo. Tempo che avremmo potuto meglio dedicare ai Clienti “paganti” o ai nostri familiari, o alle cose che ci fanno stare bene.
Concludendo, Voi fate bene a voler stare alla lontana dai corvi neri, dagli “avvoltoi”, ma altrettanto chiaramente dovete sapere che tutti coloro i quali hanno subito un furto e vogliano rifarsi rubando il tempo ed il lavoro agli Avvocati, devono girare alla larga, quanto meno, dal nostro Studio Legale!
Chiarito tale concetto, nel prossimo POST vi indicheremo, concretamente, i costi dei nostri interventi.